THOMAS HOBBES: INTRODUZIONE

 

THOMAS HOBBES




"Io autorizzo e cedo il mio diritto di governare me stesso a quest'uomo o a questa assemblea di uomini, a questa condizione, che tu gli ceda il tuo diritto, e autorizzi tutte le sue azioni in maniera simile"
- Leviatano

Thomas Hobbes e vissuto in uno dei periodi più instabili sanguinosi della storia inglese, è un sostenitore convinto dell'assolutismo Regio, quella concezione dove il re, per diritto hai il potere assoluto in quanto donatogli da Dio.  Secondo Hobbes l'assolutismo è l'unico modo per liberarsi dall'inevitabile disordine a cui la società andrebbe incontro senza un governo monarchico che si occupi di governare in modo assoluto.

Questa prospettiva teorica radicale segna un passo importante nella tradizione occidentale moderna e, in quanto rispecchia le ansie e le paure di una travagliata fase della storia europea.

Hobbes trascorse la sua vita nel segno della paura, tant'è che fu lui stesso a definirsi fratello gemello della paura. Vive in degli anni travagliati per la storia inglese, le rivoluzioni inglesi e la guerra civile che comportò la decapitazione del sovrano re Carlo I Segnano profondamente il filosofo.

Questo periodo porta Hobbes ad aspirare alla pace, che crede possibile solo se viene perseguita tramite la certezza dell'applicazione della legge è un potere forte. Hobbes sviluppa anche una visione pessimistica dell'essere umano che giudica fondamentalmente egoista avido e violento secondo il motto del commediografo latino Plauto Homo homini lupus (ogni uomo è un lupo per l'altro uomo). Per Hobbes l'uomo è un essere alla mercè del proprio interesse personale, un comportamento che senza delle regole e un controllo che impedisce al soggetto di riconoscere i limiti naturali al suo agire. Secondo Hobbes in uno stato di limitata libertà tutti gli uomini sarebbero uguali, e nessuno sarebbe tanto forte da non aver paura di essere sopraffatto dall'altro, osservazione che si conferma per il filosofo negli scritti dei diari dei navigatori ,che nelle Americhe avevano osservato la presenza di una dimensione selvaggia e primitiva, che Hobbes probabilmente interpretò come la condizione originaria conflittuale della vita sociale.

Il filosofo mira elaborare invece una dottrina politica sulla base di una comunità civile ordinata e pacifica, sono i sentimenti meschini che governano l'animo umano, come il timore degli altri e la debolezza a giustificare il trasferimento del sovrano di ogni potere individuale. Perché soltanto dando il potere al sovrano si avrà garantita pace e tranquillità.

Usando una strategia argomentativa, il filosofo vuole dimostrare come l'assolutismo politico sia una necessità logica e razionale, come l'esito di un ragionamento condotto con un metodo rigoroso.

 



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