CARTESIO 1: DAL DUBBIO METODICO ALL'INTUIZIONE DEL COGITO
Cartesio
Cartesio in contrasto con la cultura del suo tempo, improntata
più verso lo scetticismo, ha una visione ottimistica dell'impresa filosofica.
Secondo Cartesio la conquista del sapere non è né difficile né
impossibile, basta solo seguire alcune regole fondamentali nella ricerca della
verità, in altre parole c'è bisogno di un metodo di indagine.
Il discorso sul metodo del filosofo, e sottotitolato “per ben condurre la propria ragione e cercare la verità nelle scienze”, all'inizio del discorso l'autore sottolinea che il buon senso cioè la capacità di discernere il vero dal falso e di accostarsi alla verità della cosa migliore distribuita nel mondo infatti tutti gli uomini la possiedono.
Una volta
affermata che la ragione è uguale per tutti, spiega che la diversità delle
opinioni non deriva dal fatto che alcune persone sono più intelligenti di altre,
ma solamente dal fatto che conduciamo i nostri pensieri in modo diverso e non prendiamo in
considerazione le stesse cose, avere soltanto una buona intelligenza non basta
bisogna anche saperla applicare.
Il problema del metodo
Il metodo per Cartesio è un termine che significa via o sentiero,
che consente di raggiungere una meta desiderata, ossia la verità.
Sin da giovane Cartesio osserva che l’aritmetica e la geometria dispongono di un ottimo metodo perché discipline che riguardano un oggetto ben definito e chiaro e non ammetto nulla che non sia supportato da dimostrazioni; tutto questo metodo è un buon punto di partenza per la definizione dei criteri per arrivare alla verità anche degli altri anni.
L'obiettivo e quindi capire il procedimento matematico, generalizzarlo in modo
da rendere non disponibile anche per le altre discipline e dargli un solido
fondamento. Ci vorranno 10 anni prima che il filosofo sia in grado di lanciare
la celebre regola del metodo, frutto di tutta la sua vita.
Le quattro regole del meteo
1.
Evidenza: sono le idee chiare e distinte sono da essere
considerate vere;
2.
Analisi: occorre scomporre i problemi nelle loro parti
alimentari perché risolte individualmente è più facile risolvere il problema
stesso;
3.
Sintesi: bisogna passare gratuitamente dalle conoscenze
semplici a quelle complesse;
4.
Enumerazione: è necessaria una revisione generale di
tutte le fasi precedenti del processo conoscitivo, in modo da essere sicuri di
non omettere nulla.
Alla base del metodo cartesiano c'è l'esigenza di dare un
ordine alla mente nella ricerca della verità il metodo è lo strumento
essenziale per avanzare l'indagine scientifica, ma non è in grado solo di
garantire la certezza delle nostre conoscenze vedi fondere in modo sicuro la
validità del sapere.
Il dubbio metodico e dubbio iperbolico
La prima regola del metodo prescrive di accettare come
vero soltanto ciò che si presenta evidente, questo implica che si debba
dubitare di tutte le cose che non sono offrono tale garanzia. Per fare
ciò bisogna applicare il dubbio in un procedimento metodologico
per valutare se sussiste qualcosa che inevitabilmente si sottrae adesso. Per
questo il dubbio cartesiano viene definito metodico.
Dopo quattro anni, nelle “Meditazioni Metafisiche” il
dubbio si intensifica, il filosofo mette in dubbio l'intera realtà, a
partire da quella sensibile. I sensi ci ingannano, quindi è imprudente dar loro completa fiducia,
inoltre chi mi assicura che in questo momento mentre sono sveglio seduto allo
scrittoio, davanti al camino, con questi fogli tra le mani, non stia invece
sognando?
Secondo il filosofo ci sono delle conoscenze che dobbiamo
considerare vere sia da svegli che in sogno, sono le conoscenze dell'aritmetica
e della geometria.
Ma anche queste ultime conoscenze ci possono ingannare,
se pensiamo che siamo stati creati non da Dio ma da un genio maligno che ci vuole
ingannare. La conclusione è che devo immaginare che tutto ciò che vedo sento
immagino e giudico è falso e ingannevole, il dubbio ha raggiunto così
la sua più vasta estensione possibili ed è diventato universale, iperbolico.
Il cogito
Nella “Seconda Meditazione” il filosofo cerca un fondamento solido e
sicuro per la conoscenza, dopo essersi precedentemente spinto fino a
una demolizione di ogni certezza.
Il filosofo dice che si può mettere in dubbio
tutto, ingannarsi ed essere ingannati, ma di una sola cosa bisogna essere
assolutamente certi, che per ingannarsi o essere ingannati bisogna esistere: se si pensa, sì
esiste.
Pur dubitando di tutto ciò che mi circonda, devo essere
certo di aver raggiunto una verità certa indiscutibile io devo esistere, e siccome
esisto come qualcosa che dubita, allora penso. Questa è l'unica verità che il
dubbio non può far vacillare.
Le critiche al cogito
Molti studiosi hanno criticato il cogito, in quanto sembra
un ragionamento deduttivo, un sillogismo al quale però manca la premessa
maggiore, sembrerebbe partire da una premessa implicita non sottoposta al
dubbio e ne dimostrata quindi fondata sulla logica aristotelica.
Sillogismo
-
1- Premessa maggiore: tutto ciò che pensa esiste
(assente o implicita)
-
2- Premessa minore: io penso
-
3- Conclusione dunque io esisto
Cartesio risponde alle accuse dicendo che “cogito ERGO sum”
non è un ragionamento deduttivo ma un intuizione immediata, in cui chi pensa
percepisce la propria esistenza come essere pensante un’evidenza certa e
inconfutabile. PENSARE ed ESSERE NON sono due momenti distinti di una
successione discorsiva ma due aspetti di un'unica esperienza intuitiva.
Soggetto come essere pensante
Cartesio poi cerca di chiarire qual è la natura della
certezza dell'esistenza, del fatidico “io esisto”.
Il filosofo sottolinea come il cogito riguarda soltanto il pensiero,
dunque la certezza dell'esistenza è il raggiungimento della
certezza del mio esistere come soggetto pensante e non come essere dotato di
corpo.
Anche se dormissi io esisterei come oggetto pensante, quando
anche le cose che immagino, che sento, che percepisco non fossero vere,
comunque l'attività dell'immaginare, del sentire, del percepire sarebbero certe.
Il razionalismo (filosofia che vede il pensiero l'unica
guida affidabile per l'uomo nella sua ricerca conoscitiva) nasce proprio con Cartesio
che con il cogito rappresenta la verità originaria che consente di sconfiggere
il dubbio e di procedere alla identificazione di tutte le altre verità.
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