CARTESIO 2: DIO COME GARANTE DELL' "EVIDENZA"
DIO COME GARANTE DELL’EVIDENZA
Le idee e la loro causa
La certezza del cogito per Cartesio e la più stabile e
incontestabile, in quanto la frase io penso, dunque sono implica di intuire la
verità del cogito come assolutamente chiara e distinta. La persona, il soggetto
è anche certo, oltre alla propria esistenza pensante, anche delle proprie idee,
oggetto immediato del pensiero stesso, al contrario delle ide platoniche che
avevano una realtà autonoma e indipendente nell’iperuranio. Le idee per Cartesio
connesse alla mente.
Cartesio divide le idee in tre categorie
1.
Le IDEE AVVENITIZIE: idee che provengono dall’esterno,
da altri uomini, dalle esperienze.
2.
Le IDEE FITTIZIE: sono le idee costruite da noi
stessi, spesso chimeriche, idee fattizie come quella del cavallo alato o della
sirena.
3.
Le IDEE INNATE: idee che sembrano nate con me e
che non possono derivare dall’esterno; sono ad esempio le idee matematiche.
Ma a questo punto dell’argomentazione ancora dobbiamo
dubitare della realtà esterna, del mondo fisico, delle qualità del mondo. Infatti,
il soggetto può essere certo dell’esistenza delle idee in quanto oggetti del
pensiero, ma non può essere certo della realtà delle cose che le idee
rappresentano perché potrebbe essere ingannato da un genio maligno.
Per capire se effettivamente un idea del pensiero coincide
con la realtà, bisogna interrogarsi sulla sua causa.
Secondo Cartesio la causa di un’idea non può contenere
minore perfezione e realtà dell'idea che la produce. In poche parole, ogni
idea deve avere una causa che sia essa proporzionata. Per quanto riguarda le
idee avvenitizie possono essere oggetto di una creazione esterna, ma non
essendo perfette, possono essere state create da un individuo e quindi non
corrispondere alla realtà, ad oggetti realmente esistenti, così come le idee
fattizie, che sono interamente generate dall’uomo.
Il problema di dio e della sua esistenza
Le nate invece, vanno considerato diversamente.
1)
Nella nostra mente troviamo l'idea di Dio,
sostanza immutabile ma onnipotente e onnisciente: ma come fa ad esserci nella
nostra mente traccia della perfezione, dell’immutabilità, dell’onniscienza se l’uomo
è un essere mutabile e perfetto. Cartesio sostiene che la presenza di questa
idea dimostra le presenza di Dio come sua causa. Infatti, secondo il filosofo,
Dio imprime in noi, come un marchio di fabbrica, l’idea della sua esistenza.
Dal momento poi che la causa di dio non può essere
ne l’uomo ne le cose del mondo, non essendo così perfette, si deve concludere
con il dire che la causa è dio stesso.
2)
Cartesio afferma anche che, se fosse stato l’uomo
a creare sé stesso, allora si sarebbe dato tutte le perfezioni che vengono
attribuite al divino, quindi bisogna riconoscere che Dio esiste, ha creato l’uomo
finito, e gli ha innestato l’idea di perfezione e di infinito.
3)
Il terzo punto a favore dell’esistenza di Dio
sta nella prova ontologica, Cartesio dice che Dio deve esistere
necessariamente, in quanto non possiamo pensarlo senza includere, nell’idea che
abbiamo della sua natura o esistenza, l’esistenza di esso. Con ciò si intende
dire che l’assoluta perfezione implica l’esistenza. Un essere, se lo pensiamo
perfetto, ne descriviamo le sue caratteristiche e qualità, ma sarebbe impossibile
non aggiungere anche l’esistenza.
Dividendo il ragionamento cartesiano in due parti si può
dire
-
DIO è DEFINITO COME L’ESSERE ASSOLUTAMENTE PERFETTO
-
L’ASSOLUTA PERFEZIONE IMPLICA L’ESISTENZA
Secondo i critici l’esistenza non
poteva essere considerata una proprietà degli esseri, ma Cartesio sostiene che
per considerare dio perfetto bisogna associarli un esistenza necessaria.
Commenti
Posta un commento