CARTESIO 4: IL DUALISMO CARTESIANO E L'ANALISI DELLE PASSIONI

Il dualismo cartesiano e l'analisi delle passioni

Nello sviluppo della teoria di Cartesio, troviamo un dualismo il filosofo contrappone la res cogitans alla res extensa.

La res cogitans, non è soltanto il materiale è il fondamento di ogni certezza, ma è anche realmente distinta dal corpo è dotata di un'esistenza propria. La res cogitans essendo sostanza pensante, coincide con il pensiero, che per il filosofo a sua volta coincide con l'anima.

La res extensa di cui fa parte sia il corpo dell'uomo, sia quello degli animali rappresenta una realtà autonoma ed è dotato di una natura totalmente diversa da quella dell'anima.


Il dualismo di Cartesio, quindi, consiste nell'indipendenza del puro pensiero rispetto ai processi fisiologici.

Il corpo macchina

Cartesio concepisce quindi il corpo come una macchina, le cui attività come la respirazione, la nutrizione o la digestione sono effetto di leggi meccaniche, in cui non c'è intervento della coscienza.

Basti pensare a un orologio, il movimento delle lancette è dato solamente dagli ingranaggi e non della presenza di un'anima nell'orologio.


Secondo questa dottrina il sistema nervoso riveste un ruolo fondamentale, in quanto esso è messo in movimento da attività meccaniche, e non attraverso impulsi elettrici come sostiene la scienza odierna.

Per Cartesio i nervi sono come minuscoli canali nei quali scorrono degli spiriti vitali che dilatano i muscoli e determinano il movimento.

L'analogia tra il corpo e la macchina

Questa pensiero del corpo macchina è sicuramente alimentata dal grande interesse degli uomini del 600 per gli ordigni meccanici, nel Discorso sul metodo di Cartesio  dopo una descrizione della fisiologia del corpo umano il filosofo definisce automatici movimenti che il nostro corpo può compiere senza l'intervento della volontà.

La concezione del corpo come una macchina trova la sua completa dimostrazione nel mondo animale. Infatti, gli esseri animali, a differenza dell'uomo non sono dotati di pensiero  rispecchiando così perfettamente il comportamento di una macchina. Gli animali sono il tipico esempio di esseri viventi automatici.

Un discriminante fondamentale tra uomo e animale è il linguaggio, gli uomini esprimono attraverso esso il loro pensiero in modo chiaro e preciso, mentre una macchina non potrà mai produrre la complessità e la flessibilità del linguaggio umano. Gli animali invece sono simili alle macchine perché dispongono di un linguaggio elementare, comunicano attraverso versi, mugugni e guaiti per esprimere unicamente bisogni fondamentali, inoltre, le macchine agiscono in modo deterministico, in base ai bisogni, ai loro organi o gli ingranaggi mentre l'uomo è completamente libero.

Il problema del rapporto tra corpo e anima

Il dualismo cartesiano si scontra però con una grande problematica, l'uomo sperimenta tutti i giorni come un'idea o un pensiero possano suscitare una reazione nel corpo, o viceversa come una malattia possa nuocere al corretto processo dello sviluppo umano.

Cartesio si rese conto della difficoltà e ammise che doveva esserci quindi una relazione tra corpo e anima. Il filosofo determinò il luogo in cui l'anima o la mente interagisce con il corpo, situando questo incontro nella ghiandola pineale nel cervello, uniche componente del corpo umano non divisa in due parti simmetriche.

Rimane però aperta la domanda quale sia la forza che permette all'anima, sostanza autonoma dal corpo, di intervenire sulla sostanza estesa, cioè sul corpo stesso.

Il filosofo così deve ammettere che, pur essendoci una distinzione tra la conoscenza intellettuale e l'immaginazione e le sensazioni nell'uomo sono collegate.


Le passioni dell'anima

Nell'opera Le passioni dell'anima Cartesio espone la concezione delle passioni umane.

Il filosofo cerca di superare il dualismo e dare una versione unitaria dell'uomo distinguendo due funzioni umane

1.       le azioni che dipendono dalla volontà e sono frutto dell'agire libero

2.       le passioni, percezioni, sentimenti ed emozioni, sono involontarie, originate nell'anima dalle forze meccaniche del corpo

 Cartesio descrive poi un quadro ampio delle passioni umane.

Secondo l'ipotesi cartesiana le impressioni e le sensazioni non sono altro che movimenti impressi dalle cose esterne ai nervi, delle immagini recepite dagli occhi che vengono trasmesse, attraverso le vibrazioni dei nervi stessi alla ghiandola pineale. Dove l’immagine diventa una sola e viene trasmessa alla mente. Questa attribuisce all’immagine, in base a ciò che ha conosciuto nell’esperienza una PASSIONE (esperienza nocive per l’uomo ↔ passione della paura, terrore).

Dopo di che gli spiriti vitali, impulsi di natura corporea, fluiscono nei condotti nervosi raggiungendo diverse parti del corpo mettendole in movimento indipendentemente dalla volontà.


Le passioni, dunque, non hanno solamente una valore negativo, ma sono anche efficaci per preservare l’uomo dalla morte, per trovare cose per lui utili e per garantire la sua autoconservazione.

La lotta tra le passioni e la ragione

Per Cartesio di devono EVITARE IL CATTIVO USO DELLE PASSIONI E GLI ECCESSI, che rendono l’uomo schiavo degli impulsi del corpo e non gli permettono di esprimersi liberamente.

L’uomo deve saper controllare le sue forze vitali, non attraverso improvvisazione ma attraverso l’esercizio e una lunga abitudine alla moderazione.

L’anima è sede della continua lotta tra passione e ragione , un conflitto in termini meccanicistici. La saggezza di un uomo risiede nel dominio della volontà sulle passioni, ed è il mezzo con il quale esso può acquistare il libero arbitrio.

L’uomo deve quindi

-          controllare le reazioni scatenate dalle passioni

-          distinguere quello che nella sua mente è frutto degli impulsi degli spiriti vitali rispetto a quello che è frutto di una visione razionale delle cose.

Grazie a Cartesio, anche oltre a lui le passioni diventano oggetto di analisi e di studio per renderle utili per la società.

Le massime della morale provvisoria

Cartesio voleva rifondare l’edificio del sapere, per rendere gli uomini padroni delle proprie conoscenze in vista  di un miglioramento di una vita pratica.

Mentre il filosofo applicava il dubbio metodico ai problemi fondamentali della metafisica, nel Discorso sul metodo aveva provveduto a fissare delle massime per una morale provvisoria, dovevano essere utilizzate durante il tempo in cui l’uomo si liberava dalle opinioni non fondate e cercava un fondamento non sicuro della verità. Queste massime verranno poi confermate e rese definitive in quanto sono coerenti con la vita condotta secondo ragione

Le tre regole

1.       obbedire alle leggi del proprio paese

2.       seguire i dettami della ragione

3.       vincere se stessi piuttosto che la fortuna e mutare i propri desideri piuttosto che l’ordine del mondo

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