THOMAS HOBBES: LA TEORIA DELL’ASSOLUTISMO POLITICO
LA TEORIA DELL’ASSOLUTISMO POLITICO
Hobbes inaugura la dottrina chiamata poi assolutismo,
secondo il filosofo gli uomini possono evitare il conflitto e gli scontri dando
vita a una società pacifica.
LO STATO DI NATURA
Golden Age - Andrè Derain 1940 |
Finora per Hobbes, l'uomo è un essere materiale corporeo,
dotato di una ragione capita come una calcolatrice è mosso da desideri
egoistici. Questi desideri egoistici, al contrario di quanto diceva
Aristotele non rendono l'uomo socievole per natura anzi, tenderà invece a regnare la paura e cercherà di procurarsi ciò che serve
alla propria sopravvivenza e autoconservazione perseguendo il proprio bene a scapito di quello
altrui. Questa situazione è chiamata da Hobbes lo STATO
DI NATURA.
La vita dell'uomo nello stato di natura prevede che tutti
possono possedere tutto senza limitazione del diritto dell'individuo, ciò crea
una inevitabile sopraffazione reciproca. Nella dimensione dello Stato di
natura non c'è spazio per il lavoro la scienza o le arti perché potrebbero generare
invidia e quindi essere minaccia per un individuo. La vita dell'uomo in
questo stato è miserabile brutta e corta.
L'ESPERIENZA DELL'OSTILITÀ E DEL CONFLITTO
I segni della naturale predisposizione alla guerra
dell'uomo Hobbes li ritrova nella vita di tutti i giorni e nei tempi drammatici
in cui egli vive, tutti viaggiano armati, si chiudono in casa e non si
fidano di nessuno. E una descrizione esagerata perché gli uomini non sono
sempre in conflitto, ma sono comunque in possesso di numerose misure per
difendersi in caso di attacchi. Lo stato di natura non è quindi una
situazione storica effettivamente realizzata, ma è un'ipotesi teorica di ciò
che potrebbe succedere nella società umana se non ci fosse un potere superiore
a regolare i rapporti tra individui.
L'USCITA DALLO STATO DI NATURA È L'ORIGINE DELLA SOCIETÀ
CIVILE
seguendo il ragionamento di Hobbes, egli sostiene che è necessario uscire dallo stato di natura,
colui che vuole continuare a vivere in una condizione del genere si
contraddice perché vuole la vita e la morte al tempo stesso. Quindi se gli uomini vogliono sopravvivere devono porre dei freni al proprio
diritto soggettivo e alla propria libertà.
Bisogna quindi RINUNCIARE AL
DIRITTO NATURALE CHE CI PORTA A SODDISFARE I NOSTRI DESIDERI, E ACCETTARE DEI
VINCOLI, DELLE LEGGI NATURALI.
Queste leggi secondo Hobbes prevedono
-
LA RICERCA DELLA PACE
-
L'ACCONTENTARSI DI TANTA LIBERTÀ QUANTA È
CONCESSA AGLI ALTRI RISPETTO A LUI
-
IL SOTTOMETTERSI A DEI PATTI CHE VINCOLANO I
SOGGETTI, per uscire così dallo stato di natura
-
IL RISPETTARE DIVERSE LEGGI come quello di
rispettare la giustizia, cioè non trasgredire le leggi, e l'uguaglianza dove ogni
uomo deve riconoscere l'altro come suo simile.
IL PATTO DI UNIONE E IL PATTO DI SOTTOMISSIONE
secondo le LEGGI NATURALI gli
uomini razionali METTONO DA PARTE I PROPRI
DIRITTI NATURALI PER COSTITUIRE UNA SOCIETÀ POLITICA CIVILE.
Questo accade quando essi
si sottomettono a un patto di unione, lasciando così lo stato di
natura ed entrando in una società, aggregandosi così il corpo sociale unitario.
Ma questo impatto non basta perché al contrario degli
animali, che si aggregano e si associano per istinto, gli uomini sono
continuamente in competizione e desiderano sovrastare l'altro.
Così per rendere l'accordo costante e duraturo c'è bisogno del patto di sottomissione, un
patto in cui gli individui delegano il potere a un sovrano, un re o
un'assemblea di uomini ottenendo in cambio la garanzia della sicurezza e della
stabilità.
IL LEVIATANO
il potere attribuito alle autorità per Hobbes deve essere
assoluto.
Allo stato assoluto il filosofo del nome di Leviatano, un mostro marino di cui si
parla nell'antico testamento per simbolizzare la potenza dei faraoni egizi. Il Leviatano
è un essere terribile e mostruoso, fu scelto da Hobbes probabilmente per
simboleggiare il potere del sovrano che è immenso e raffigurare il re
come individuo sopra umano il cui potere sta soltanto nelle sue mani.
Il sovrano è l'autorità
i sudditi sono tutti gli altri cittadini
ci sono due modi per raggiungere il potere sovrano
-
l'impiego della
forza (l'uomo impone ai figli di
sottomettersi al suo dominio potendoli punire se si rifiutano) = stato per
autorità, patriarcale o dispotico
-
Un accordo tra
persone che si sottomettono volontariamente all'autorità per
garantire la propria sopravvivenza= stato politico o istituzionale
LA MONARCHIA COME MIGLIORE FORMA DEL GOVERNO
Il sovrano può essere rappresentato
-
da un uomo nel
caso della monarchia
-
da un gruppo di
uomini nel caso dell'aristocrazia
-
da un'assemblea nel
caso della democrazia
la monarchia è la migliore forma di governo in quanto
-non c'è motivo di credere che il re agisca per
proprio interesse privato a scapito di quello pubblico
-il re può prendere le sue decisioni in totale segretezza
evitando di provocare il così dissensi dannosi nel popolo
-il monarca puoi emanare le leggi evitando dissensi
Per Hobbes il
potere del sovrano non è mai a
termine se non con la sua morte,
esso può costringerlo
obbedienza delle norme mentre lui stesso non è tenuto a rispettarle.
Il potere del sovrano è enorme, può attribuire punizioni ai
cittadini e stabilisce e revoca le leggi decidendo lui cosa è giusto che cosa è
sbagliato.
C'è però un limite nel
potere del sovrano, quando quest'ultimo mette in pericolo la vita dei sudditi.
Se il sovrano minaccia la loro vita questi possono ribellarsi.
Nel caso non ci fossero delle regolamentazioni stabilite il
suddito può ritenersi libero di fare come meglio crede, questo spazio può
essere inteso come la sfera privata.
LA CRITICA ALLE RELIGIONI
Il problema del potere religioso fu per Hobbes materie di
discussione, secondo il filosofo le religioni sono da considerarsi la fonte principale della sedizione e delle
guerre civili. Inoltre, polemizza sulla pretesa delle regioni di
detenere il potere temporale, con il finto scopo di aiutare le anime ma con il
vero scopo ti prevaricare il potere legittimo dello Stato.
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